Dolcetti di Beorn

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Ci sono cose che tutti i geek conoscono e cose per cui bisogna essere fanatici persi. I dolcetti di Beorn probabilmente rientrano nella seconda categoria (almeno fino all’uscita del secondo film de lo Hobbit).

Dovete sapere che rileggendo lo Hobbit appunto mi sono imbattuta nella descrizione dei banchetti di Beorn, colui che ospiterà Thorin, Bilbo, Gandalf e compagnia dopo la fuga dalle caverne degli orchi, quando le aquile li depongono ai piedi dei monti.
Beorn il mutapelle vive  in armonia con i suoi animali (che fanno anche da servitori) cibandosi solo di burro, panna e miele prodotto da api giganti.

Così mi è presa la voglia di capire che sapore potessero avere le sue pietanze. Finchè si parla di panini la cosa è facile ma i dolcetti beorniani?
Quelli così buoni che nel Signore degli Anelli vengono ricordati con nostalgia da Gimli e paragonati al pan di via?
Ecco il risultato dei miei esperimenti: prima i cupcake panna e miele poi…

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L’idea di base era quella di riprodurre una specie di favo immaginando che in fondo Beorn, essendo un orso nella sua seconda forma (e nell’indole) amasse mangiare il miele direttamente da lì. Poi mi aveva colpito l’idea delle api giganti….
Questo è ancora un esperimento (si possono notare due esperimenti di biscotti glassati… non ne val la pena credetemi) ma l’idea base era di fare a strisce alterne biscotti più chiari e più scuri (spennellati con il latte prima della cottura)

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E’ facile immaginare che quello che mi ha fatto veramente ammattire è stato realizzare in maniera decente le “celle del miele”.

Come pasta per i biscotti ho usato una intramontabile “base miele e vaniglia” e per ottenere la parte “vetrosa” al centro delle caramelle al miele triturate.
Dato che questo passaggio mi ha fatto ammattire come dosi e tutto conto di fare un piccolo tutorial sui “biscotti di vetro”. Sono comodi e versatili, ad esempio ho usato la stessa tecnica anche per “l’occhio” ed i display di claptrap. certo addentarli assieme al cupcake è un po’ strano (sembra quasi di mordere il vetro) ma il sapore è delizioso e soprattutto sono molto scenografici.

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Devo ammettere che i dolcetti beorniani possono non sembrare all’altezza di altre creazioni ma c’è da considerare che l’ambiente è volutamente rustico (una casa in mezzo ad una foresta posta fra i Montagne Nebbiose e Bosco Atro) e che se solo si potessero trasmettere i profumi attraverso lo schermo probabilmente ora stareste tentando di azzannarlo.
Da non sottovalutare il fatto che essendo l’unica decorazione un biscotto si può tranquillamente abbondare con il frosting (slurp)

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Questo è quello che succede se si spostano i biscotti di vetro con troppa nonchalance: un attimo prima sono sani, un secondo dopo no.
Il che li renderebbe ottimi candidati per vetrate gotiche e manicomi diroccati ma sono certa che in quel caso si trasformerebbero in una lega di titanio >.>
A parte questo, avevo provato una glassatura tanto per uniformare i colori, ma trovo che l’aspetto rustico dei dolcetti di Beorn faccia parte del loro fascino. Il tutto per dire che anche a me capita di fare errori madornali e di ottenere risultati amorfi piuttosot impresentabili..ed in questo caso si può solo passare all’eliminazione fisica dei soggetti. Un po’ crudele ma necessario.

In attesa di vedere come Peter Jakson  avrà immaginato i cibi della casa di Beorn io vi saluto 🙂
Spero che il mio lavoro vi sia piaciuto e…vedete il lato positivo, questi cupcake si possono usare per qualsiasi urside, da yoghi a winnie the pooh

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