Chi non ricorda il fantastico film (classe 1986) Labyrinht – dove tutto è possibile? Chi non ha cantato “dance magic dance” o pensato, in caso di frignanti marmocchi, “desidero proprio che gli gnomi ti portino via. All’istante”
Ok se per puro caso ed errore fate parte di una strana cerchia di persone che non sa cosa sia la gora dell’eterno fetore e che ignora il fatto che David Bowie è l’unico, vero Re dei goblin, forse non capirete il mio entusiasmo davanti alla torta Labyrinth, perché oltre ad essere tecnicamente perfetta ed assai curata è ad alta densità di citazioni.
Ora se fate parte di questa categoria andate a recuperare il film e poi continuate a leggere l’articolo, se siete dei fan come me…. sarete già passati oltre per ammirare le altre foto.
Tracey, ideatrice e creatrice di innumerevoli perle nell’arte del cake design, è una appassionata di film anni 80 ed io non smetterò mai di benedirla abbastanza. A colpo d’occhio appaiono, oltre a due dei protagonisti, due citazioni di nicchia (anzi, 4)
Le avete individuate?
Citazione molto labile: ha ripreso il vaso da cui Gogol e Sara escono dopo essere sfuggiti agli “spazzini”
Notato nulla? a parte i pilastri e le sfere propri della prima parte del labirinto intendo
Eh si proprio uno dei segnali che Sarah traccia man mano con il rossetto e che i piccoli goblin cambiano ruotando le piastrelle
Il mitico verme. Il più citato del film con i suoi 2 minuti scarsi di apparizione
“venga dentro…prenda una tazza di tè. Le presento la mia signora”
“Tutto non è sempre come sembra in questo posto, perciò lei non può prendere niente per scontato”
E ovviamente Jareth. Non amo particolarmente i pupazzi antropomorfi ma mi sento propensa a fare un’eccezione, soprattutto considerando l’accurata riproduzione del trono e della posa.
Effettivamente buona parte della difficoltà di questo dolce proviene proprio dai pupazzi anche se io non darei per scontato (tanto per rimanere in tema) il muro: è irregolare e non può essere riprodotto con nessuno stampino/tappetino/rotolo preformato (se notate addirittura alcuni mattoni “entrano dentro” gli altri).
Per la stessa ragione rende difficoltoso l’uso di un righello nell’aiutarsi a tracciare linee accettabilmente dritte.
Le fughe fra i mattoni sono state scurite con una “lavatura d’inchiostro” e lo stesso si può dire delle foglie che acquisiscono dei toni pastello impossibili da ottenere colorando la pasta in partenza.
Perfino gli scalini del trono hanno la loro ombreggiatura e l’idea di decorare la “bolla di vetro” (a prescindere dal fatto che la citazione intrinseca fa perdonare la scelta di usare qualcosa di così palesemente non commestibile) fa si che non stoni nell’insieme passando a metà fra decoro e naturale protezione del dolce. Inoltre è proprio lei la quarta citazione, omaggio alla scena del “ballo” ed alle sfere di vetro, costanti ed ipnotiche durante tutto il film *-*
Che posso dire? Se prima apprezzavo l’artista che c’è dietro la Little Cherry Cake Company (la Black Cherry ne è un sotto-progetto) solo per la sua bravura ora sto imparando ad adorare la sua versatilità (saltella allegramente dal cute all’horror) e per i suoi gusti assolutamente, raffinatamente geek 🙂
Foto via: Little Cherry Cake Company