Ritorno sul web con questi meravigliosi Lapilli Bombons, direttamente dal Manuale di Nonna Papera e sapete cosa? Ho scelto questa ricetta per un motivo ben preciso (e non è il fatto che siano senza glutine, senza cottura e impossibili da sbagliare ^^”)
Avete anche voi un luogo del cuore? Quel posto dove siete stati durante le vacanze da bambini, magari che avete odiato da adolescenti e che ora, in un modo o nell’altro, vuol dire casa, ricordi, relax, in un mix unico?
Io si. Per me si chiama Leuca ed è una casa in cui ho trascorso lunghe ore leggendo topolini, poi scoprendo i libri di Salgari di mio nonno (il che vuol dire del 1914, con le litografie e le rilegature dalle cuciture che minacciavano di mollarmi tutte le pagine da un momento all’altro). È qui che ho letto il mio primo libro, fregandolo fra l’altro a mia cugina. Era “il mulino dei 12 corvi” e forse ora non lo raccomanderei alla tenera età di 8 anni, ma posso dire che è stato il mio primo libro fantasy letto in autonomia (il signore degli anelli letto come favola della buona notte è un altro paio di maniche). Sia come sia una delle cose che adoro è una libreria stracarica di libri e topolini mediamente datati anni ’80, con le vecchie pubblicità dei Masters, Poochie, Iridella, la casa di barbie di cartone, i mio mini pony e così via.
Così quando ho trovato una bancarella nel giorno della festa patronale con in vendita questi reperti mi sono intenerita. Poi ho visto LUI.
L’unico, inimitabile Manuale di Nonna Papera, classe 1970, il santo graal assieme al dolce forno harbert di tutte le cuoche in erba.
E che potevo lasciarglielo?
Con la copertina palesemente incollata, dai bordi consumati, le pagine leggermente ingiallite che sprigionano quel buon profumo di libri vecchi e (‘taccisue) un cartellino di 30 euro appiccicato sopra?
Suvvia, mi conoscete abbastanza ormai.
Anche se come ricettario il manuale di nonna papera mostra tutta la sua età (tantissime ricette per bambini includono marsala e rum come se piovessero, roba che al giorno d’oggi scatterebbe la denuncia in 3-2-1-0) ho deciso di prenderlo come un simbolo. Di cosa non lo so bene, ma penso che ripartire da qui dopo tutte le rotture (in ogni senso) e le cose spiacevoli portate dall’incidente fosse la cosa giusta da fare.
Perchè i topolino, con le loro storie, la loro ironia, le parole arcaiche che non ti aspetti, i personaggi di sempre e quelli dimenticati dai più (little gum mi sa che ce lo ricordiamo io e il suo disegnatore) sono un po’ casa e sono quelle fondamenta del regno dell’immaginazione che poi ha spiccato il volo verso altre mete.
Quando tutto crolla da cosa si può ripartire se non da qui? Dalle fondamenta sicure, da ciò che si è.
Quindi Manuale di Nonna Papera sia un buon auspicio per ricominciare, non so ancora bene come andrà ma sono anche convinta che con un po’ di cioccolato (nel caso dei lapilli bombons direi parecchio cioccolato) tutto è migliore…
E ora basta ciarlare, siete qui per la ricetta no? Per mostrarvela ho richiamato due aiutanti d’eccezione, saltare il break per credere 😉
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Magma cioccolatoso – torta dell’archeologo
Ecco finalmente la ricetta del Magma Cioccolatoso, qui presentato nella versione “torta dell’archeologo” o se preferite di “burial cake” a tutti gli effetti.
Ma cos’è il Magma cioccolatoso? Si tratta di una torta tanto facile da realizzare quanto strana, che profuma la casa di cioccolato come nemmeno la fabbrica di Willy Wonka, contiene pochissimi grassi e che in cottura forma la stessa crema dei soufflè al cioccolato.
L’invitante copertura di cioccolato in cui stanno dolcemente annegando questi teschi infatti è propria del magma cioccolatoso. Esce così direttamente dal forno. In più è un dolce senza uova e a bassissimo contenuto di grassi.
Non ci credete? saltate il break e vedrete, ho le prove!
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Tutorial dadi cioccolato
Quale giocatore di ruolo non ha mai sbavato all’idea di divorare dei dadi da gioco di cioccolato? Trovarne in vendita è un’impresa disperata (e costosa) e per questo ho deciso di tradurre il tutorial dadi cioccolato proposto da Our Nerd Home. Non che sia il primo che vedo ma è la prima volta che trovo indicato un silicone alimentare in vece del primo prodotto da modellismo che capita (e che, parlando di cioccolato fuso, non è detto che sia un toccasana.
Curiosi di scoprire come preparare il vostro d20 di cioccolato? saltate il break, e occhio ai fallimenti critici!
May The 4th Be With You!
May The 4th Be With You! O meglio ancora, Che il Cioccolato Sia Con Te!
Ebbene si il mio esperimento per augurarvi un felice Star Wars Day consiste in una galassia di cioccolato tinto d’oro ripieno di ottima e profumatissima pasta di mandorle fatta in casa. E se non ricordate come usare gli stampi star wars o dove trovarli vi rimando al post precedente.
Per il colore invece ho usato lo spray alimentare (in soluzione alcolica), costoso ma insostituibile sul cioccolato per quanto mi riguarda ed un’oretta di asciugatura.
Torta per tutti gli usi (lezione numero 8)
(10 punti stima a chiunque capirà la citazione ^_- )
Questa è la base definitiva, la torta per il guerriero che non deve chiedere mai.
E’ anche la base della maggior parte delle mie torte al cioccolato (vedi: vaso di petunie, runa di Khorne, Casa Baggins, cimitero inquieto, Occhio di Sauron), è indispensabile per creare l’effetto terreno (vedi “finchè morte non ci separi” etc etc) per ogni genere di dolce.
E’ anche piuttosto facile da fare, un po’ lunga come preparazione e come cottura, ma principalmente è buona.
E’ incredibilmente, indecentemente buona. Perfino io che normalmente schivo le torte “asciutte” (insomma, senza farcitura) se non sto attenta la divoro prima di aver finito di decorarla.
Può essere assimilata alle mud cake perchè è abbastanza solida e cresce bene in altezza (in questa foto un esemplare che sfiorava gli 8 cm), sposa bene con le farciture al burro, con quelle alla crema, è ottima inzuppata nel latte, come base per delle zuppe inglesi o dei bicchierini e si può presentare anche da sola o coperta con una ganache.
I difetti? A parte dare assuefazione e dipendenza non è molto adatta ad essere tagliata in strati sottili appena sfornata (come forse intuirete dalla foto non è elastica bensì friabile e lascia tante ottime bricioline gnam) ed ha una cottura molto lunga (dipende se la si vuol fare bassa o alta, ma è bene mettere in conto almeno un’oretta). Il primo problema si può comunque risolvere facilmente a patto di avere un po’ di tempo a disposizione.
Curiosi di provarla? il tutorial dopo il break