patate lesse diventano tossiche?

 

patate-velenose

Le patate lesse  diventano tossiche dopo un certo periodo in frigorifero?
Ecco un interessante dubbio figlio di un mix fra ricordi e osservazione di fenomeni che non ci si sa spiegare.
Iniziamo subito con il dire che NO, le patate lesse non diventano tossiche se correttamente conservate (il che non esclude quindi che possano esserle se lasciate per lunghi periodi a temperatura ambiente, magari addirittura senza protezioni da contaminazioni esterne).

Perché lo si può affermare con tanta sicurezza?
Perché la patata è composta essenzialmente di amido (carboidrati) ed una volta bollita contiene oltre all’ amido una elevata percentuale d’acqua.
Vi fa suonare qualche campanello? Ebbene si è, con le dovute approssimazione, la composizione  della pasta. O del riso bollito. Quindi è soggetto allo stesso processo di inquinamento (da muffe ad esempio) o di fermentazione.

Cosa ha fatto nascere la leggenda? Dal fatto che le patate cotte (indipendentemente dal metodo di cottura) se lasciate all’aria cambiano colorazione virando verso il grigio ed il nero.
Questo però è legato ad un processo di ossidazione che, per quanto sgradevole alla vista, non apporta cambiamenti dal punto di vista del sapore o della salubrità dell’alimento.
Questo colore nero unito al ricordo confuso della velenosità delle patate germogliate (quelle si che sono tossiche!) ha creato l’idea diffusa che le patate vadano necessariamente consumate poco dopo la cottura.

E’ comunque buona norma non mangiare le patate cotte che presentino macchie rosa, infatti è molto probabile che abbiano iniziato il processo di fermentazione. Questo non è necessariamente tossico, ma il mio consiglio è di non rischiare.

A parte questo caso però non fatevi ingannare e non sprecate delle ottime patate cotte solo perché sono un po’ annerite.
Se siete curiosi di approfondire l’argomento vi consiglio la lettura  dell’ottimo articolo di Dario Bressanini su le scienze-blog.

A presto con la prossima puntata dell’Angolo dell’Esperto, per ogni domanda o dubbio scrivete nei commenti della mia pagina o direttamente sulla pagina facebook di Sweet&Geekvi risponderò il prima possibile!

 

Torta Giove – struttura interna del pianeta

Torta Giove - struttura interna di un pianeta

Lo riconoscete? E’ proprio Giove, anche è la Torta Giove con tanto struttura interna del pianeta.
Ricordate la Torta Struttura Interna della Terra ? Perchè visto il successo della precedente Rhiannon, la cake designer di Cake Crumbs, ha deciso di riprovarci. Ed il risultato è se possibile ancora più impressionante.

Apparentemente la scelta di realizzare Giove è nata dalla passione della donzella per l’astronomia ed in particolare per il fascino della Grande Macchia Rossa

 

Dal punto di vista strettamente estetico mi sento di dire: e meno male.
Infatti alle richieste sulla possibilità di avere una torta sferica e non solo una semi sfera, com’era appunto la torta-crosta terrestre, Rhiannon stava per rispondere con una gigantesca pokeball. Che ha un suo perché, ma certamente non offre le stesse possibilità scientifico-creative.

Siete curiosi di ammirare meglio il risultato dell’opera? saltate il break per le altre foto
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Cioccolatini Star Wars – una recensione degli stampi

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Cioccolatini Star Wars, chi non ha sognato di mangiarsene uno? chi ha potuto vagare nel settore stampi di silicone della Kotobukiya dedicato alla saga più famosa della storia della fantascienza sicuramente s’è fatto le sue idee ma c’è stato un periodo che girava parecchio su fb una bellissima foto di una Morte Nera ripiena come un mon chéri.

Qual’è il problema allora? Due cose, anzi tre.
Ma pure non volendo calcolare che lavorare il cioccolato come si deve è un’arte che richiede dedizione, esperienza ed un dannato termometro per cioccolato c’è da dire che questi stampini hanno un costo non indifferente ed un’ utilità limitata.

Questa naturalmente era la voce del buon senso, che s’è scontrata più e più volte con quella vocetta che ha riempito un intero mobile di oggetti di “indubbia e insostituibile utilità” per la cucina (e che assomiglia curiosamente alla vocina che cinguettava davanti al banco della Chessex dice a Lucca Comics… chissà come mai) e finalmente sono riuscita a combinare un regalo con un rivenditore affidabile ed economico: Hamee JapanVisto che io ci ho messo diversi giorni a confrontare tutte le possibilità offerte fra ebay, amazon italiano inglese e americano mi permetto di consigliarvelo per tre ottimi motivi: prezzi conenuti, costo di spedizione che non varia al variare degli oggetti acquistati e grande serietà.
Io ho ricevuto i miei stampi dal Giappone in meno di due settimane e se volete vedere com’è andata vi consiglio di saltare il break ^_-

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Army cheesecake la cheesecake al melone!

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Army cheesecake è la risposta alla  mia ricerca per una torta in stile militare e l’impiego dell’eccezionale melone verde disidratato (sempre preso da Lella Saggese-la storia della frutta secca) in campo dolciario.
Il mio intento era quello di accontentare una richiesta di cheesecake sposandola con il tema militare.
La ricetta da cui ho preso ispirazione, rimaneggiandola, è quella della sempre ottima e gentilissima mora romagnola ed il risultato è stato all’altezza delle aspettative.
E’ un dolce molto facile da realizzare, dal sapore delicato e per niente stucchevole ma è anche leggermente asciutto se preparato in queste dosi. Per questo io suggerisco di raddoppiarle, a parità di diametro della tortiera, e di consumarlo a temperatura ambiente.

Per la ricetta della army cheesecake saltate il break

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Dolci e gattini – e tutto diventa speciale

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Dolci e gattini, disastri sopraffini? si direbbe di no considerando cosa ha creato questa geniale casalinga giapponese in onore della giornata mondiale del gatto (in Giappone il 22 febbraio).
Semmai vi steste chiedendo perché il 22 febbraio è presto detto: 22-2 si legge ni ni ni (in giapponese, la parola 2) il che assomiglia a nyan nyan nyan  l’equivalente nipponico del nostro miao (chissà se la mia prof di italiano delle medie mi inseguirebbe con il registro sentendomela definire “onomatopea del verso del gatto”… bizzarre cose le reminiscenze)
Tornando a noi Carolinei (questo apparentemente è il nome della bravissima food artist) ha realizzato questi micetti con un dolce chiamato nerikiri. Da quanto ho capito è un dolce tradizionalmente usato per la cerimonia del tè ed in questo caso realizzato mescolando shiro-an (pasta di fagioli bianchi zuccherati) con del  gyuhi (un particolare riso glutinoso, simile al mochi ma più morbido).
Il risultato è assolutamente delizioso ed anche se per noi è improponibile copiarne la ricetta può essere uno spunto per dolci dalle decorazioni delicate (e molto indicate per i bambini) realizzate in crema di burro modellabile o anche solo pasta di mandorle.

Curiosi di vedere delle ciambelle divenire un parco giochi per adorabili gattini? saltate il break

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